San Mariano

La frazione San Mariano (870-940 m. s.l.m.) è posta ad Est del Comune di Rionero Sannitico ed composta da 5 nuclei abitativi: Martine, San Mariano, Tombolino, Canale e Fonteviva.Oggi ancora conta un discreto numero di persone, ma come tutte le altre frazioni ha subito un calo degli abitanti durante gli ultimi 50 anni. Di grande importanza è la cappella dedicata a S. Mariano e S. Giacomo patroni di Rionero Sannitico, infatti, in una memoria dell'arciprete Girelli del 1656 è scritto che a quel tempo non si aveva ricordanza di quando fosse stata costruta.Il santuario è stato restaurato nell'anno 1926, in seguito a dei danni subiti, grazie alle donazioni degli emigranti negli Stati Uniti residenti a Cleveland.

Ogni 30 Aprile i due Santi protettori vengono venerati con una processione che da Rionero Sannitico arriva a S. Mariano, dove si tiene una messa in loro onore. Molti sono i pellegrini provenienti da zone anche esterne al Comune, che vanno a bagnarsi e a dissetarsi all'acqua "miracolosa" della fontana posta al di sotto della cappella.

STORIA DEI SANTI PATRONI DI RIONERO SANNITICO SAN MARIANO E SAN GIACOMO

Correva il terzo secolo AC quando San Mariano nacque in una regione chiamata Numidia, in Algeria, mentre San Giacomo nacque in Spagna nella Galizia. In quel tempo le loro terre facevano parte dell’Impero Romano e fu cosi che vennero a prestare servizio militare in Italia, dove si conobbero e divennero presto amici inseparabili. Ambedue illuminati dalla grazia del Signore intrapresero la vita ecclesiastica, Mariano fu ordinato Lettore mentre Giacomo fu Diacono.

Iniziarono qui una vita dura e difficile ritirandosi in un bosco, che si estendeva tra Forlì del Sannio e Rionero Sannitico. Qui, trovata una grotta, la scelsero come dimora, avendo per letto la terra nuda e per cuscino una pietra. Per sopravvivere si cibavano di frutti selvatici e radici, passavano cosi i giorni in preghiere e penitenza. La leggenda narra che la madre di Mariano desiderosa di rivedere il figlio, partì dall’Africa e, dopo molte peripezie, arrivò nei pressi del bosco ove da lontano scorse il figlio in preghiera. L’incontro tanto atteso fu emozionante, tanto che la madre ebbe un piccolo malore. Mariano si raccolse in preghiera e dalla roccia, improvvisamente, scaturì un’acqua freschissima dissetando l’arsura della madre. Dopo un periodo di penitenza, Mariano e Giacomo, lasciarono la grotta e presero il cammino per l’Oriente. Dopo un lungo viaggio giunsero a Cirta in Africa, dove il Prefetto, secondo gli ordini ricevuti da Roma e per cieco furore del popolo, aveva sollevato una crudele persecuzione contro tutti i Cristiani. L’Imperatore voleva essere adorato come un Dio. Mariano e Giacomo rifiutarono. Tanto che furono condotti incatenati nella città di Cirta dinanzi ai giudici per essere interrogati circa la loro fede. Al tribunale loro ribadirono e difendevano la loro fede e si dichiararono pronti a morire per difendere la causa di Cristo. Gettati in prigione furono condannati al martirio. Il governatore, preso dall’ira, ordinò che Mariano e Giacomo fossero segati vivi a metà. L’ordine fu eseguito. Ma i due giovani cristiani continuarono a parlare per circa tre giorni, attirando intorno a loro tutta la curiosità del popolo di Cirta. Il giorno 30 Aprile dell’anno 259 AC i nostri Martiri spirarono. I corpi dei due giovani furono sepolti di nascosto da alcuni Cristiani che incisero sulla pietra: “Qui giacciono Giacomo e Mariano Martiri”. Nell’anno 1188  Papa Clemente III autorizzò il trasferimento dei corpi dei Santi da Cirta a Gubbio, in Toscana. Poi alcune reliquie dei martiri vennero portate a Rionero Sannitico.

Fonte da “Rionero Oggi” bollettino della pro loco di Rionero Sannitico