Castiglione

Castiglione nei tempi passati era una delle più belle frazioni di Rionero Sannitico. Castiglione si trova circa 3 Km a nord dell’abitato di Rionero, e oggi non e' più abitata da nessuno. Nei vecchi tempi era composta da una quarantina di famiglie che litigavano quasi giornalmente per varie ragioni, per questo erano soprannominati Curtgier d r Castgliun (perchè erano sempre in corte per un motivo o per l’altro). Però c'era anche tanta allegria: quando si lavorava nei campi la gente cantava gioiosa e la sera, quando si tornava a casa e dopo aver cenato, si andava alla cantina a giocare a carte. Qui si divertiva a giocare alla passatella e a fare “l'olmo”, cioe' si dava da bere a tutti ad eccezione di uno che era chiamato l'olmo. Quando si trebbiava il grano, dopo aver finito, ci si raccoglieva al di sotto di qualche albero oppure al di sotto un pergolato e si festeggiava. La notte qualcuno suonava l'organetto e gli altri cantavano e ballavano, questo veniva fatto anche quando si raccoglieva il granturco, ogni sera si andava in una casa diversa.

In inverno si ammazzava il maiale verso la fine di Dicembre e di nuovo si festeggiava . A San Silvestro si bolliva del granturco ( r sciusctiegl ) e tutti i bambini andavano per le case della frazione con un cestino e la gente gli dava un po' di questo granturco cotto. La notte del 31 Dicembre si riunivano dei giovanotti e andavano d'avanti ad ogni casa e cantavano e suonavano canzoni di Capodanno. Il giorno successivo di nuovo andavano a cantare e la gente donava qualche cosa.

A Carnevale i bambini si vestivano con dei vecchii panni e andavano a fare la “Pulcnella”, cioè le mascherate, e la gente gli dava un pezzetto di salsiccia. Come vedete in un piccolo posto come Castiglione c'era tanto da fare in quei tempi.

La frazione Castiglione era composta da vari gruppi di case, appena si arrivava, venendo da Rionero, c’era R Quasal (il casale), poi c'era un'aia che si usava per la trebbiatura ed era circondata da poche case. Questo luogo era chiamato “l'aia dell'orso” in quanto gli anziani abitanti raccondavano che vi venne ucciso un orso. Andando verso il centro c'era un'altra aia con altre case e delle stalle con fienili e proprio per questo che tale luogo si chiamava “l veccarole”. Andando un po’ avanti c'era sulla destra un'altro gruppo di case chiamato Funnata (affondata); si racconta che nel passato c'era un piccolo ruscello che divideva Castiglione e Collefava e col passar degl'anni si e' sprofondato creando un gran burrone chiamato Vallone della “Savza”. Circa un secolo fa' questo ruscello veniva usato per muovere le macine di un piccolo mulino. Andando verso la fine della frazione vi erano altri due gruppi di case, quello a sinistra si chiamava “Fonte dell'aia” perche' c'era una delle due fontane presenti nel villaggio. Quello a destra si chamava “R Maruett”, cioe' i Marotta, in quanto quasi tutti gli abitanti di quel luogo avevano il cognome Marotta. Andando ancora verso il nord circa un mezzo chilometro c'era un altro piccolo nucleo di abitazioni chiamato “l'ara vecchia” ( l'aia vecchia ) . A sinistra di Castiglione, cioe' verso ovest, c’è un'altro vallone chiamato la “Massarella” che negli anni sessanta ha causato la frana, facendo crollare molte case e danneggiandole altre. Per questo disastro molte famiglie sono state spostate a Rionero, altre sono emigrate all'estero e poche altre sono rimaste per qualche tempo. Castiglione ha sempre avuto una scuola, ma quando sono rimasti pochi bambini anche la scuola e stata spostata a Collegava. In questo modo Castiglione, Collefava e Le Vigne frequentavano la stessa scuola. Per altri pochi anni alcune famiglie hanno vissuto nelle loro case (se vogliamo chiamarle così), ma dopo un po', facendosi anziani, hanno dovuto abbandonare la frazione. Adesso Castiglione e' solo un ricordo.

A cura di Bruno Antonelli